DI ALBERTO BAGNAI
(
tre cubetti di ghiaccio, due dita di
whisky, e taja ch'è roscio, anzi, era roscio...)
...e così, cari compagni, è arrivato il conto, vero? E ora tutti a
biascicare compunti parole di circostanza: "È una perdita per la
democrazia, una testata storica, Gramsci...".
Una perdita per la democrazia cosa?
Aspettate, riavvolgiamo il nastro. Torniamo a metà novembre 2011, volete? Il 13
novembre voi titolaste così: LIBERAZIONE.
e il 16 novembre io titolai così: I salvataggi che non ci salveranno.
Certo, avevo ragione io: i salvataggi di Monti non ci hanno salvato, come era
evidente che non avrebbero fatto: Monti non era lì per salvare noi, ma per
salvare i creditori esteri. Ma che voi, corifei del partito di "abbiamo
una banca", aedi della sinistra serva particolarmente sciocca del capitale
finanziario, poteste rendervene conto, questo nessuno ve lo chiedeva allora e
nessuno ve lo rimprovera adesso.
Sarebbe ingeneroso chiedere a delle persone che non ce la fanno di andare oltre
i propri limiti, non è certo per questo che perdo tempo a scrivervi, cari
compagni.
No, il problema è un altro, lievemente diverso. Il problema non è che i miei
lettori aumentano ogni giorno, e che il vostro giornale non viene ritenuto
degno nemmeno di incartare il pesce. Il problema è un altro: vi siete accorti
di quanta gente esulta su Twitter per la vostra indecorosa caduta? Vi rendete
conto di quanta gente vi odia? Sì, vi odia, che è una cosa sbagliata, ma è
purtroppo la parola giusta. Non vi ponete una domanda sul perché? Cosa avrete mai
fatto, voi, mamme col pancione, vegliardi rispettabili, giovani dalla faccia
pulita, per meritarvi l'odio di tanti lavoratori? Voi che siete "de sinistra",
per di più, e che scrivete, anzi, scusatemi, fatemi dare un altro giro al
coltello: scrivevate, dal giornale "de Gramsci".
Provo ad aiutarvi. Ad agosto del 2011, quando voi ancora prorompevate in
stucchevoli querimonie sulla durata eterna del governo Berlusconi, io, in un
articolo che conteneva tutta la storia degli anni successivi,
avevo
già detto chiaro e tondo che Berlusconi sarebbe stato sostituito perché era
giunto il momento della macelleria sociale, ed occorreva quindi un personaggio
che sembrasse di sinistra, quello che io chiamavo il macellaio dal grembiule
rosso, perché sul grembiule azzurro, si sa, le macchie di sangue si vedono meglio.
Come facevo a capirlo?
In base a dati elementari, fornitimi da voi.
Il primo è che per voi, come per tutta la stampa di regime, il problema era la
crisi di debito pubblico causata dalla malagestione e dalle intemperanze
sessuali di Berlusconi. Ora, io non vedevo la crisi di debito pubblico (stava
scendendo fino a prima della crisi), non vedevo il nesso causale fra scopate e
deficit, mentre vedevo che la Bce ci chiedeva di flessibilizzare il mercato del
lavoro (e anche questo me lo dicevate voi). Che c'entra il mercato del lavoro
privato col debito pubblico? La discrasia fra terapia e diagnosi era troppo evidente.
Il problema non era il debito pubblico, il problema era il debito estero, ed
era quindi ovvio che i creditori esteri avrebbero mandato un loro Gauleiter,
che avrebbe distrutto il nostro paese, lo avrebbe stritolato nel frantoio
dell'austerità per estrarne il succo, fottendosene di tutto e di tutti. Per
recuperare competitività bisognava distruggere domanda, creare disoccupazione:
solo quella abbassa i salari al di sotto di quelli dei nostri concorrenti,
pardon: fratelli nell'euro! Dopo lo hanno confessato. Prima solo pochi esperti
di paesi del terzo mondo, come me, potevano vederlo, forse, perché in America
Latina questo film è stato già girato tante volte, e quando veniva girato lì vi
indignava, oh, come vi indignava: cattivo Pinochet, brutti i generali
argentini, certo, tutto vero, sono d'accordo con voi, ma l'Italia?
Ecco, a voi, del paese, non fregava e non frega nulla, diciamocelo. Qui non ci
sente nessuno, potete confessarlo, e anche se non lo confessaste, vedete,
sarebbe inutile, perché tanto lo hanno capito tutti. A voi interessava solo che
i vostri referenti politici, in qualsiasi modo, raggiungessero il potere. Non
vi interessava nemmeno restarvene al calduccio, perché non riuscivate nemmeno a
concepire che dentro al frantoio ci sareste finiti anche voi, voi così vicini
ai potenti, voi megafono dei "buoni", voi fieri alfieri della
battaglia contro il cattivo, contro l'unica causa di tutti i nostri mali,
contro quello che andava tolto di mezzo, il prima possibile e in qualsiasi
modo.
In qualsiasi modo. A valle tutti confermano quello che a monte mi vanto di aver
visto: Berlusconi è stato deposto. Lo ha detto
Geithner,
lo ha detto
Zapatero,
lo ha detto
Bini
Smaghi, lo ha detto
Sinn.
Loro lo hanno detto dopo, naturalmente, ma con cognizione di causa, io prima, e
il mio era solo un
educated guess, ma non parliamo di me, non ne vale
la pena. I miei lettori sanno già che quello che dico poi succede, e anche la
vostra fine era da noi attesa con trepidazione. Ecco: parliamo di voi...
Avete acclamato l'avvento di un governo di sociopatici, espressione diretta di
quelle élite europee criminali che, come dice il mio amico Alberto Montero
Soler, hanno dichiarato guerra non tanto alle classi subalterne (questa non
sarebbe una novità), ma
alle
stesse leggi della logica economica. Avete legittimato come vittoria
della sinistra, come necessario snodo "tecnico", la sconfitta
politica più grave mai subita dalle classi subalterne in questo paese, avete
cinto queste macchine di distruzione, i Monti, le Fornero, del peplo rosso che
li legittimava come "de sinistra", voi, lo avete fatto, voi, per Dio,
scrivendo dal giornale di Gramsci! Avete, per odio ideologico, trascurato di
soffermarvi su un piccolo "dettaglio": che se anche quello che veniva
tolto di mezzo era un vostro nemico, il modo in cui egli veniva eliminato era
incompatibile con la sovranità democratica del nostro paese, era espressione
non della volontà popolare, alla quale veniva accuratamente impedito di
esprimersi, ma della volontà di élite che voi non potevate non vedere
all'opera, a meno di essere dei completi idioti, e delle quali vi facevate
ossequenti e proattivi zerbini, nella consapevolezza che vi avrebbero sempre
protetto, che per voi un tozzo di pane ci sarebbe sempre stato. Avete acclamato
come "liberazione", infangando il nome e la memoria della guerra
partigiana, l'avvento di un regime pinochettiano, che si era fatta vanto e
bandiera di restringere il perimetro dello Stato, cioè di riportare indietro le
lancette della Storia, cancellando qualsiasi traccia di quel minimo di
socialdemocrazia europea che si era riusciti a importare nel nostro martoriato
paese. Avete, per anni, continuato a sostenere questo e i regimi successivi,
senza dare un minimo spazio ad alcuna voce critica (e sì che trovarla non era
difficile: ce n'era e ce n'è una sola, a sinistra), con la tracotanza di chi si
sente al di sopra di qualsiasi legge morale, con la iattanza di chi pensa di
potersi dispensare da qualsiasi dovere di solidarietà verso i propri prossimi
morenti, quelli che scrivevano a me lettere come questa, che a voi nessuno ha
mai scritto, perché nessuno ha mai pensato che foste persone, che aveste
un'etica, una dignità, dopo aver visto quel titolo infame, nessuno ha mai pensato
che poteste essere qualcosa di diverso da tramiti passivi, da ecolalici
ripetitori di un messaggio scritto da altre mani, che a voi veniva consegnato
solo perché lo legittimaste col vostro marchio. Avete tradito la vostra etica
professionale, che vi avrebbe chiesto di fornire anche qualche fatto, oltre
alle vostre porche e disinformate opinioni, e avete tradito la vostra
appartenenza di sinistra, schierandovi senza se e senza ma con un regime del
quale tutti,
perfino Zingales,
denunciano la matrice criminale, insita nella deliberata intenzione di usare la
violenza economica come strumento di indirizzo politico, e tutti,
perfino Fassina
(Fassina, capite? Fassina? Siete stati sorpassati a sinistra perfino da
Fassina!), perfino Fassina, disais-je, riconoscono il chiaro orientamento di
classe, ovviamente a danno delle classi subalterne, alle quali voi, in tutta
evidenza, ritenevate di non appartenere...
Ma quest'ultima deduzione era sbagliata!
Quindi, adesso, crepate, e se possibile fatelo in silenzio.
Non biascicate scuse risibili. La colpa ovviamente non è del web.
Chi
mente chiude anche sul web. Vedete, ve lo spiego con parole mie, quelle che
tutti capiscono, tranne chi non vuole capirle. Per il regime ormai siete
inutili. Il regime pensa di aver vinto. 40% in Italia (vedrai quanto dura!),
60% o giù di lì al Parlamento Europeo... E allora, sapete, siccome siete
diventati inutili, siete sempre stati costosi, e non siete particolarmente
belli da vedere (nonostante tutta l'arte di Klaus Davi) ecco che, come economia
vuole, come vuole l'economia che piace a voi, quella delle riforme che tanto
avete decantato, arriva la mannaia. Ve lo dico con molta semplicità e quasi
nessuna acredine. Tutti i mentitori chiuderanno. Morirete tutti
(professionalmente, s'intende). Qualcuno cercherà di farlo con dignità. Voi
avete rinunciato anche alla dignità:Se proprio ci tenete ad esprimervi, prima
inginocchiatevi sulla tomba di ogni suicidato, chiedete scusa a ogni moglie, a
ogni figlio, a ogni fratello, a ogni sorella, a ogni madre, a ogni padre, che
dal regime che avete appoggiato, dal regime che avete legittimato nel nome di
Gramsci, ha visto sottrarsi il sostegno e l'affetto di una vita. Invece di
esibire le vostre riverite pance, implorate perdono da quei lavoratori che avete
tradito. Potete dire che non avete capito, potete dire di aver sbagliato,
potete dire che vi hanno pagato per farlo, potete dire che stavate eseguendo
ordini (questa l'ho già sentita, e funziona sempre).
Ma non venite a
dirci che la scomparsa di persone che si sono esibite in capolavori come quello
che apre questo post è una perdita per la democrazia. Questo, vi prego,
evitatelo: dareste a chi ancora prova a crederci, nella democrazia, un'idea
drammaticamente errata di cosa essa sia in realtà. E questo sarebbe l'ultimo, e
il più grave, dei vostri crimini contro la verità e il buon senso.